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La danza orientale

1019cenni storici sulle origini

Benvenuti nel magico mondo della Danza Orientale.

Femminile, energica, coinvolgente e estremamente raffinata..una danza antica di millenni di cui non si hanno notizie riguardanti la sua origine certa, si può solo ipotizzare attraverso ciò che ci dice l’archeologia..potrebbe risalire al periodo Neolitico e originatesi nella civiltà Mesopotamica come rito e preghiera alla Dea Inanna, potrebbe risalire all’epoca dei faraoni, come scrive Regina Ferrari nel suo libro “Danza del ventre nell’Egitto Faraonico” a pag. 23-24:

“Nell’Egitto faraonico, le cerimonie si effettuavano nei templi dedicati a Iaset (Iside), Dea della Luna, della Magia e del Mistero…

Mentre i Queberes (sacerdoti) e il sacerdote Sem (sommo sacerdote) preparavano la cerimonia e compivano il rito, le sacerdotesse, per la loro natura femminile e ricettiva, erano responsabili dell’apertura di un canale verso il piano spirituale, attraverso i canti e la danza, affinché l’energia divina si potesse manifestare…

Le sacerdotesse iniziavano la danza coperte da un velo, e quando se lo toglievano, simboleggiavano la rivelazione del mistero, portando luce e saggezza.

Per fare cosa gradita alla Dea, le sacerdotesse compivano passi e movimenti del ventre che narravano la sua apparizione sulla Terra, insieme al suo sposo Asar, la nascita di Horus, il Dio Falco e di Anubis, il Dio Sciacallo.

Le sacerdotesse cercavano l’unione con l’Universo, sentendo Dio nei propri cuori e in tutti gli esseri viventi. Per questo compivano dei movimenti che rappresentavano gli animali e i loro aspetti divini, come anche i quattro elementi della natura e le loro divinità. Entrando in sintonia con l’armonia cosmica, raggiungevano uno stato di profonda estasi…

Gli insegnamenti della danza di Iaset vennero tramandati di generazione in generazione fino alla caduta dell’Impero Egizio, quando la danza perse i suoi contenuti originari e subì l’influenza di altri popoli, che aggiunsero altri ritmi e altri movimenti.

La danza di Iaset rappresenta il mistero personificato in una donna ed è, nella sua essenza, una della vestigia della cultura egizia che ci rivelano i sentimenti e le credenze di questo popolo.”

…Oppure potrebbe essere stata portata dall’India, dove la Dea Annapura è l’equivalente della Dea Ishtar (Iaset o Iside), dai gitani del decimo secolo, nomadi che durante i loro spostamenti assorbirono le tradizioni locali e naturalmente anche gli stili delle varie danze e al loro arrivo in Egitto hanno fuso il loro stile di danza già permeato di influssi turchi, nord africani, persiani..di molti paesi del Medio Oriente, con la danza esistente in Egitto. La danza del ventre sembra dunque appartenere alla tradizione di diversi paesi e non solo del Medio Oriente, basti pensare che in Asia veniva praticata una danza simile usata come preparazione al parto e in Nuova Zelanda esiste la Ohelo, la danza della nascita.

Per molto, troppo tempo questa danza è stata considerata come una danza lasciva e di seduzione, il tutto nasce dall’idea occidentale dell’harem poiché si pensava che le odalische, le schiave, potessero migliorare la loro posizione ed entrare nelle grazie dello sceicco dimostrando, attraverso questa danza, la loro tecnica erotica. Questa è stata l’idea che in Occidente si fecero di questa danza quando, agli inizi dell’Ottocento, i primi viaggiatori occidentali che sbarcarono in Oriente, raccontarono agli europei ciò che avevano visto soprattutto in Egitto, l’ultima tappa del loro Tour. Questi giovani viaggiatori europei, viaggiavano in Oriente fin dal periodo romantico alla ricerca del fascino e dell’esotico ma cercavano anche la soddisfazione delle loro fantasie e delle loro pulsioni sessuali. Quindi il mito di quella che i francesi chiamavano

danse du ventre”, era influenzato dall’idea dell’Oriente come covo di sensualità e vitalità, e trova origine nei locali equivoci e nelle fumerie egiziane dove i giovani dell’Europa bene di metà Ottocento concludono i loro viaggi di ricerca. Quindi la danza del ventre conosciuta dagli europei del tempo è il frutto dell’immaginario orientalista di un Oriente come luogo di evasioni, sensualità. Una danza in conflitto con la morale borghese di facciata, che la considerava un’espressione volgare della carne, confinandola per decenni nei locali.

Fu con l’esposizione internazionale di Chicago del 1893che si raggiunse l’apice del fenomeno, quando tre danzatrici di origini egiziane, in tourneé per conto di un impresario francese, vengono denunciate e messe agli arresti per oscenità. Tuttavia saranno proprio gli Stati Uniti a riabilitare questa danza e a farla emergere. La nascente industria del cinema consoliderà i costumi conosciuti oggi a livello mondiale e molte danzatrici vengono ingaggiate per copioni orientalisti. La Danza Orientale come noi la conosciamo, nasce dunque nei primi decenni del ‘900 negli Stati Uniti. Sono le costumiste, le coreografe del cinema insieme con le danzatrici a creare i primi stili. Dagli anni ’20, le prime massicce migrazioni dal Medio Oriente negli Usa permettono poi alle donne americane di apprendere alcune tecniche dalle donne immigrate, e di frequentare ristoranti e locali notturni mediorientali. Negli anni il panorama della danza orientale si amplia con la creazione di decine di stili, di varianti, di scuole, la danza orientale-occidentale vive ormai nella storia, è essa stessa storia.

29Ma cos’è in realtà questa danza? E’ un’espressione che rafforza la donna in ogni suo aspetto, una danza incentrata nel culto delle divinità femminili nell’antica Europa e nel Medio Oriente, una danza che esprimeva allora come adesso la simbologia dell’universo femminile, parte integrante della vita delle donne di allora con un innegabile aspetto sensuale che andava ad unirsi alla totalità del cosmo. Il legame con l’astro lunare (Iaset, dea della luna), da sempre collegato al corpo femminile e soprattutto al ventre materno, quale simbolo di procreazione, fertilità, nutrimento, nascita e rinascita… basti immaginare quanto le fasi lunari siano collegate allo sviluppo della vita sul nostro pianeta. La Danza Orientale ci conduce fino al mistero della vita, la circolarità dei movimenti tipici di questa danza, ci rimanda alla rotazione dei pianeti, alla ciclicità della natura, alla creazione dell’Universo. Era ed è una danza sacra, in cui esiste qualcosa di permanente che accomuna l’essere umano con la totalità del cosmo, che ha incantato generazioni passate, incanta le presenti e continuerà ad incantare nei secoli a venire.