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Badia Masabny una vita tra gli opposti

1009 a cura di Maria Rita Gandra “Margarita

Badia  Masabny

Badia Masabny

Grazie alla biografia riportata da Lorraine Zamora Chamas in arte Jalilah, mi è stato possibile tracciare un percorso evolutivo della storia del Cabaret Egiziano dalla sua nascita fino ad oggi.

Ora più che mai è necessario visualizzare il ruolo del Raqs Sharqi nell’ambito della cultura egiziana e capire il perché della sua vita tormentata in un ambiente in cui l’ala più oltranzista islamista vede in esso un’espressione di perdizione e corruzione.

Ciò che in occidente chiamiamo “rivoluzione” come sinonimo di “rinnovamento”, nel mondo arabo si traduce in “reazione” e “conservazione”.

La vita di Badia è l’emblema di questa continua lotta che vede la figura femminile tra la “castità” e la “perdizione”, tra il “divino” ed il “demoniaco”.

Da un recente articolo del Corriere della Sera si citano frasi provenienti dalle fascie rivoluzionarie del Cairo religiose in cui si afferma: “La danza del ventre e’ peccato….”

Rimane a noi chiederci: Arte o peccato?

Le danzatrici del ventre al Cairo oggi sono in agitazione e difendono la loro professione, vecchia di secoli, contro le accuse degli integralisti musulmani che vedono quel tipo di danza come una manifestazione blasfema.

“Ho cominciato a ballare a nove anni” -. dice Lucy, .. “Se la gente non rispettasse quest’ arte, non avrebbe fatto di me una star. E non vi sarebbero scuole per insegnare la danza del ventre”.

Ma per gli integralisti islamici Lucy e le altre star della professione, come Fifi Abdu, Dina e la celebre Nagwa Fuad, ora in pensione, sono peccatrici anche quando danzano nei teatri, alla televisione o nei film. “E’ del tutto inaccettabile, afferma Maamun al.Hodeibi, uno dei dirigenti dei Fratelli musulmani .. Le donne quasi nude non sono accettabili dalla nostra religione. Tutti i night club sono luoghi di perdizione”.

– “L’ Islam non lo dice”-  . ribatte Lucy .-“. Non sono loro, ma Dio che dovra’ giudicarmi”.-

Fifi Abdu si rifa’ alla storia e afferma che la danza orientale e’ anteriore all’ Islam: Theodora, una cortigiana.danzatrice, aveva perfino sposato l’imperatore bizantino Giustiniano. La danza del ventre esiste da secoli in Egitto, aggiunge Fifi, ed è servita a rallegrare sia le truppe di Napoleone, sia i soldati britannici durante la Seconda guerra mondiale. E c’e’ chi si appella alla sacralita’ della danza. Armen Ohanian ha detto: “Essa esprime il mistero della maternità”.

A questo punto non è possibile affrontare il tema della danza orientale di cabaret senza parlare della donna che ha creato nel 1926 al Cairo questo genere di luogo dedito alla danza e alla musica araba nella sua forma più raffinata ed elegante.

Badia Masabny, di orgine siriana, dopo parecchie visicitudini arriva al Cairo e apre il suo night club “Casino Badia”, su immagine e modello dei cabaret europeei. Segue a distanza di qualche anno sempre per sua iniziativa “Casino Opera” in cui viene presentata la Danza Orientale come la conosciamo oggi.

Quanti di voi danzate oggi senza conoscere la vita e la storia di Badia alla quale dobbiamo così tanto per la danza come oggi la conosciamo?

Dietlinde Karkutli, nel suo libro“Bauchtanz”, ci racconta che Badia nasce a Damasco nel 1894 in una modesta famiglia. A sette anni viene brutalmente violentata dal proprietario di un bar, il quale solo dopo 4 settimane di carcere viene rimesso in libertà. Da questo momento la vita di Badia diventa un’inferno, oltre il trauma della violenza deve subire le terribili umiliazioni della mentalità che la circonda in cui la perdita della sua verginità è simbolo di disprezzo e di infamia.

La sua famiglia in preda ad un terribile senso d’umiliazione causa la sorte della figlia, fugge in Argentina, dove la fortuna fa si che Badia incontri l’arte della recitazione, del canto e della danza, di cui lei si innamora e trova un modo per riscattarsi dalla sofferenza.

Passano gli anni e Badia è già adolescente e la famiglia decide che è arrivato il momento  di tornare in Siria per trovarle un marito. Purtroppo il tempo non ha cancellato l’infamia nella mentalità della gente che ricorda il fatto avvenuto e comunicano alla famiglia dello sposo quanto accaduto a Badia nell’infazia, ed il fidanzato la ripudia.

A quel punto lei capisce che non avrà mai un futuro in un luogo in cui si conosca il suo passato e fugge verso Beirut. Incontra nella sua fuga in treno una donna molto bella che le propone di lavorare, ma scopre poi che ciò che essa offre sono prestazioni in un bordello. Badia è fermamente convinta che una donna non debba prostituirsi per esibirsi come artista in pubblico, che può lavorare in modo onesto e dignotoso.

Quando la madre la raggiunge a Beirut per riportarla a casa, Badia la convince di accompagnarla al Cairo, dove è certa di trovare quello che desidera: esibirsi nell’arte del canto e della danza.

Il Cairo agli inizi del 900 è il centro propulsore economico e culturale del mondo arabo, una città crocevia di scambi trasversali e multietnici. Nei locali notturni di questa città millenaria sta nascendo la musica e la danza baladi, ricca di nuove e raffinate sfumature innovative pur mantenendo i sapori genuini dell’antica tradizione egiziana di campagna.

Tutto il mondo arabo riconosce il Cairo come la culla di un nuovo modo di fare cultura, musica e teatro. Ed è proprio in questo ambito che Badia trova lavoro, in piccoli ruoli con il famoso gruppo Ensemble George Abiad Theater. Nascondendo alla madre questo lavoro, le dice di fare la sarta in un laboratorio di turno notturno.

Quando a Badia viene offerto un ruolo più importante e l’occasione di fare un tour in Egitto, la madre scopre il vero lavoro della figlia e la obbliga a tornare in Siria. Durante il viaggio, all’arrivo ad Alessandria, Badia fugge senza guardarsi alle spalle abbandonando la madre, ultimo legame rimasto con le sue origini.

Ormai Badia è già inserita nel mondo dello spettacolo e nel 1914 torna a Beirut nel noto teatro di Madame Jeanette, con artisti esclusivamente di origine europea per clienti della classe alto borghese libanese, come cantante e danzatrice. Badia debutta il 14 settembre del 1914 in questo Olimpo del Teatro all’europea con danza e canto in arabo, cosa nuova fino a quel momento in questo luogo, accompagnata da due musiciste donne che suonavano l’oud ed il qanoon con melodie  orientali.

Badia esegue canti popolari siriani, danzando e suonando i cimbali, come una vera e raffinata Awalin, proclamando la sua fortuna e popolarità in Medio Oriente tra il Libano e Siria. Un giorno però a Damasco l’ombra dell’antica infamia riaffiora, con il fratello che l’aggredisce quasi a morte per difendere l’onore della famiglia, da cui fortunatamente ne esce viva.

Badia torna al Cairo nel 1921, dove inizia a lavorare con il grupo del comico egiziano, attore, drammaturgo e regista, Nagib El Righany. Ormai la fama di Madame Masabny è indiscussa. In questo periodo nasce una storia d’amore appassionata tra lei e El Righany che culmina con il matrimonio.La loro unione sarà poi travagliata e si conclude. Ciò nonostante lascia in Badia un patrimonio di conoscenza teatrale che le aprirà la strada a tutto quello per cui noi ora la ricordiamo.

Siamo nel 1926, anno storico per la danza egiziana moderna, in cui lei decide di aprire un locale notturno su Emad El Din Street dal nome “Casino Badia”.  Questo ha in breve tempo una grande fortuna tra i ricchi turisti europei ed egiziani dell’alta borghesia.

La coppia di artisti Masabny- El Righany tenta la riconciliazione sia sentimentale che artistica, ma fallisce definitivamente. In seguito Badia decide di spostare il suo Night Club per connotare un rinnovamento sia d’immagine sia di contenuti.

Il programma di spettacoli proposti spazia dalle danze, musiche e canti popolari sino alle recite comiche, come nei migliori cabaret europei. Viene proposto anche un matinée pomeridiano femminile. E’ questo il periodo fiorente in cui si sviluppa e si trasforma raffinandosi il “Raqs Baladi” come danza del paese nativo e del popolo,da differenziarsi dal “Raqs Sharqi”,danza di origine orientale, connotata dagli umori che contrappongono le culture medio orientali da quelle occidentali.

Badia Masabny ama chiamare il Raqs Sharqi “Raqs El Hawanim” o “Danza delle dame”, come lo definiva il vecchio maestro Nelly Mazloom, designando questo stile raffinato come quello danzato dalle donne di classe superiore nelle feste e matrimoni del passato.

Fino al 1920, danzatrici e danzatori si esibiscono per lo più nelle case private, nei caffè o in feste religiose conosciute come “mawalid” (plurale di “mulid”). In origine la danza si caratterizza da semplici movimenti dei fianchi e del tronco, essendo eseguita in piccoli spazi. Per questo motivo Masabny chiama coreografi di balletto classico occidentali come Isaac Dixon, Robbie Robinson e Christo affinchè arricchiscano la danza di movenze e spostamenti spaziali come arabesque, giri, pasée, ecc .

Il maestro e coreografo Ibrahim Akif, che ha anche lavorato con Masabny, propone movimenti vibrati, cammelli, cerchi ed otto anche in movimento, identificando la danza così detta orientale.

Anche se la danza di gruppo è stata pensata come coreografia, la maggior parte degli artisti solisti improvvisano, forse per una tendenza innata alla trasmissione chiamata “Tarab”.

Tra le prime danzatrici e attrici ad utilizzare coreografie soliste vi è Naima Akef. Tale tendenza si diffonde poi tra i danzatori e  le danzatrici al fine di migliorare l’esibizione.

Naima Akef

Naima Akef

Tahia Carioca

Tahia Carioca

 

 

 

 

 

 

 

Il costume a due pezzi con reggiseno arricchito di perline e paillettes ed ampie gonne con spacchi che noi associamo alla Danza Orientale, è frutto dell’influenza che hanno i film e musical di Hollywood e del Moulin-Rouge di Parigi. Si può inoltre dire che i costumi sono stati creati per rispondere a ciò che l’occidente vuole riconoscere in questa danza: l’aspetto seduttivo e di fascinoso mistero, retaggio del pensiero orientalista ottocentesco.

Badia nel pieno del suo successo è una donna intraprendente e durissima di carattere. Questo la porta a rinunciare alle guardie del corpo, certa della sua forza nel difendersi da sola.

Nel 1937 Masabny, dopo aver investito tutto il suo denaro in un film che si è dimostrato poi fallimentare, decide di spostarsi con la sua Troupe in tour dal Cairo in tutto l’Egitto. Durante questo viaggio conosce la giovanissima, ancora adolescente, Bedaweya Muhammad  Karim che in seguito avrebbe acquisito il nome di Tahia Carica, inserendola del suo enturage.

Badia chiede un prestito per eseguire un investimento in un nuovo Night Club con cinema, ristorante e caffeteria-bar sullo stile americano, al quale dà il nome di “Casino Opera”. Il locale viene inaugurato nel 1940 con grande successo al Cairo.

E’ il periodo della seconda guerra mondiale con numerosi soldati inglesi e americani desiderosi d’intrattenimento. Questo porta grande fortuna al locale che si propone tra l’altro anche in vena umoristica con parodie di Hitler, provocando forti reazioni da parte del nazismo.

E’ il momento del nascente e fiorente cinema egiziano con innumerevoli cantanti e ballerini. Molte scene di questo periodo sono state girate al “Casino Opera” e nel “Casino Badia”.

Molte danzatrici che oggi definiamo “dive” si sono esibite in questi famosi locali e sono state lanciate nel mondo cinematografico e consacrate come grandi celebrità del cinema e della Danza Orientale. Tra loro abbiamo Samia Gamal, Tahia Carioca e Nagwa Fouad.

 

Samia Gamal

Samia Gamal

Tahia Carioca

Tahia Carioca

 

 

 

 

 

Secondo un’intervista con Nadia Gamal sulla rivista Arabesque, Masabny allenava le sue danzatrici ogni pomeriggio al Casinò nella danza e nell’utilizzo dei cimbali . Era un’esperta suonatrice di “zaggat”, come dimostrava nei spettacoli in cui si esibiva.

Anche molti noti cantanti e musicisti hanno ottenuto grande successo esibendosi nel casino della regina del cabaret, tra loro abbiamo Farid El Atrache e Mohamad Abdel Wahab.

Badia Masabny, nei primi anni 50, è in possesso di un’enorme ricchezza prodotta durante il periodo della guerra e dopoguerra. Per questo motivo il governo egiziano le impone di pagare 74.000 sterline egiziane in tasse. Tale imposta è decisamente rovinosa, quindi decide di fuggire dall’Egitto con un jet privato verso la sua terra nativa, Il Libano, dove acquista una fattoria nel nord del paese e dove vive fino alla fine dei suoi giorni in pace e tranquillità. Muore nel 1875 e di lei ci rimane un film dedicato alla sua vita presentato con il suo nome: “Badia Masabny”.

La fama di questa donna oscilla tra l’ammirazione ed il disprezzo. Viene considerata da molti come la madre del Raqs Sharqi, colei che ha dato la spinta all’evoluzione moderna della Danza Orientale come oggi la conosciamo. Altri affermano invece che ha portato al degrado questa danza dalla sua forma originale, rendendola uno strumento di seduzione e commercializzazione. Comunque sia, oggi sarebbe impossibile ignorare il ruolo determinante che lei ha avuto nell’evoluzione della Danza Orientale del ‘900.

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